domenica 27 maggio 2012

Melassa sui coglioni.

Qualche giorno fa ho scritto questo:
L’amica di Melissa, 16 anni: “Ho visto la morte in faccia, non voglio più andare a scuola”. “Mamma, ho mal di pancia” non bastava più.

Poche ore dopo aver pubblicato la battuta di cui sopra, ho ricevuto un messaggio da una cara amica, che vado a riportare sotto:
"Clara, scusa se mi permetto, ma il tuo commento sull’amica di melissa mi ha lasciata basita! Inopportuno direi! Ho letto i tuoi vari post nei mesi-molto sono arguti e d'effetto ma quasi tutti a sfondo sessuale e spesso con parolacce. Il punto è che volevo capire come mai... ti porto un esempio: Crozza. Mi piace, ma credo che ecceda nel turpiloquio e x i tuoi post ho la stessa sensazione…"

Inutile negare di aver provato dispiacere nel leggere queste parole, ma non è stato il contenuto: chi bazzica il genere sa bene che sono le stesse obiezioni che ci (mi, ti, vi, CHI?!?) vengono mosse ogniqualvolta si toccano argomenti che non siano triti e ritriti, facili, comodi, moralistici, scontati, Brunetta-nano, Bossi-ignorante, Napolitano-firma, prete-pedofilo, B.-puttaniere e chi più ne ha, più ne metta nell’infinito calderone dei binomi prevedibili di quella “satira” che si può leggere coi neuroni poggiati sul comodino, mentre si sorseggia un bicchiere di barolo chinato accompagnato da un quadratino di cioccolato fondente. No, il mio problema era ovviamente la fonte da cui provenivano tali osservazioni incredule, cioè una persona amica; per cui mi sono sentita in dovere di non liquidarla con il solito “vaffanculo” che riservo (riserviamo, riservi, riservate, riserCHI!?!) a chi si ostina a non capire (come ad esempio G.L.C.:
- UM encefalogramma piatto, questa non è satira sono solo baggianate di pessimo gusto...Puntate sui politici e lasciate stare le discrazie della povera gente.
La satira è pigliare per il culo il potere e non la povera gente....
Con il quale però devo dire che mi sono trattenuta:
- La cosa che mi dà maggior soddisfazione (omissis, ché il blog lo legge anche mia madre ciao mamma) è leggere che la satira debba prendersela coi potenti, quando è evidente che l'unico motivo di questa esternazione è il livore dato dal fatto di non essere tra i suddetti potenti. Che poi proprio per questo dovreste ringraziare che UM non se la prende solo con questo fantomatico "potente", ma anche - oserei dire soprattutto - con chi ha l'invidia del pennone*).

Così ho respirato (inspira, espira, inspira, espira) e ho risposto, come se fosse stata la prima e non la milionesima volta che tentavo di chiarire la cosa:
“Ciao topona,
la risposta a queste ed altre domande la trovi chiara ed asciutta qui:
Manifesto
Prima di leggere questo, però, personalizzo il concetto con parole solo mie.
Iniziamo dal parallelo: Crozza è un buonista populista, che scrive con il solo scopo del plauso massificato. Crozza fa satira comoda e il turpiloquio come lo usa lui ha il solo scopo di riempire spazi vuoti e mantenere desta l'attenzione dell'ascoltatore, che sennò si distrarrebbe annoiato. Crozza è satira compiacente: dà alla gente il contentino che serve a far sì che si sentano compresi e rinuncino a cambiare lo stato delle cose di cui vanno lamentandosi.
La gente sta bene come sta: la gente sta bene quando sta male e può lamentarsi. E la società sta bene quando la gente spreca energie lamentandosi ed indignandosi. "Indignazione", come va di moda, eh? Assieme a "vergogna". Indignazione e vergogna non sono che placebo, non servono a nulla: la gente s'indigna e si convince di aver fatto la propria parte, "Indignamoci tutti!". Ora sì, che stiamo meglio.
La satira nasce come elemento distruttivo, NON costruttivo: la satira rompe gli argini e straccia i limiti in cui l'essere umano si rifugia. La bestemmia, i riferimenti marcatamente sessuali e tutte quelle che vengono definite "volgarità", da un vocabolario che prende i concetti direttamente dalle religioni e da tutte quelle forme di controllo sociale, non sono uno scopo, bensì un mezzo. Se ciò che scrivo ti infastidisce, ti provoca disagio e ti fa pensare "be', avrebbe potuto esprimere lo stesso concetto in altro modo", allora il mio scopo è quasi raggiunto: il disagio deriva da un piccolo/grande scossone che le mie parole hanno dato alle tue costruzioni mentali e, se poi ci pensi, un'altra terminologia non avrebbe assolutamente avuto questo effetto: è facile far proseliti ironizzando sui difetti di un Bossi, di un Monti, di un Berlusconi, ma questo non serve che a creare buoni vs cattivi: la visone manichea del mondo è ciò che tiene l'essere umano incatenato nella sua prigione di tabù imposti. L'essere umano per sua natura non ha tabù e la satira amplifica il suo essere senza tabù, proprio per sottolineare questo.
Ogni battuta, indipendentemente dalla notizia da cui parte, non prende per forza in giro il soggetto della notizia, il bersaglio è il lettore: il lettore che crea mostri e venera eroi, cieco sordo e muto al bene che alberga nei mostri e al male che macchia gli eroi; il lettore che parli di aborto e ti scrive "vorrei che i vostri figli morissero, assassini!" (è successo. Anzi, succede ogni volta). Caso in cui oggetto di scherno è il soggetto della notizia è quando si parla di un personaggio che si ritiene egli stesso un eroe o un demonio.
Io non mi impongo limiti in un senso né nell'altro: se per lo scopo il mezzo migliore è la bestemmi, la uso; se è la crassa risata liberatoria, cerco di provocarla; se è la rabbia, la suscito. Ma soprattutto: faccio quello che voglio, quando voglio e come voglio. Perché quello che proprio non reggo è la gente che pretende di imporre agli altri il proprio modo di vivere, pensare, agire.
E poi non dimenticare che la satira non è comicità: spesso si fa confusione.
Spero di averti risposto. Un bacino”.

Alla luce di tutto quanto appena detto, di anni di sterili flame ripetitivi e prevedibili, faccio un ultimo tentativo, davvero l’ultimo, per mostrarvi il perché di certa satira cruda, schietta, onesta, diretta e sconvolgente; il perché l’oggetto prediletto di questa satira non è Monti, ma siete voi. Tutti voi.




E se ancora non avete chiaro il punto, la soluzione è molto più semplice di quanto pensiate: andate a leggere altrove, se non apprezzate la visione ampia e priva di moralismi e giudizi, e smettetela di scarificarci lo scroto, cercando disperatamente di imporci il vostro limitato punto di vista, suddito e bigotto (tu no, topona: a te lo spiego ancora).

* pennone

mercoledì 23 maggio 2012

Che ora è? Che giorno è?

Un anno e qualche vita, misurati col tempo degli uomini.